Incontri di discernimento e solidarietà

INCONTRI MAURIZIO POLVERARI


1


Iniziamo a sviluppare quanto abbiamo comunicato brevemente il 10 gennaio 2005. Riproponiamo un punto alla volta invitando a tener sempre presente l'intera proposta nella sua organica unità.


Primo punto: servire la comunicazione


  1. Qualche considerazione sullo stato attuale della comunicazione.

  2. Le cause.

  3. Nuovi mezzi di comunicazione.

  4. La vera comunicazione.



a) Qualche considerazione sullo stato attuale della comunicazione.


Rileviamo:


- Accentuato individualismo come tendenza a preoccuparsi prevalentemente, e anche esclusivamente, del proprio benessere, dei propri diritti, fini e iniziative, trascurando gli altri e la società.

Può essere utile considerare i vari cambiamenti avvenuti fra i giovani tra il '68 ed oggi.


- Diffidenza per cui ci si difende dagli altri e dalla società cercando di andare per la propria strada senza guardarsi attorno ed evitando di immischiarsi negli affari degli altri.


- Concorrenza con diverse motivazioni, dalla preoccupazione di assicurarsi il minimo necessario, alla ricerca dei primi posti e alle grandi arrampicate sociali, senza verifica di "appigli" e di colpi.


  • Conflittualità per cui gli altri diventano sempre più nemici da battere e se necessario da eliminare.


Fra gruppi, intesi nel senso più vasto di insieme di persone unite da vincoli di interessi, di scopi e di idee, rileviamo:


- Preoccupazione della propria identità, delle proprie radici, del posto che si occupa nel contesto più ampio della società.


- Dalla tendenza a rimanere in pochi per difendere i propri interessi, soprattutto da parte di chi nel gruppo ha posizioni di potere, al proselitismo per crescere di numero e di peso, alle alleanze più strane.


  • La tendenza autoreferenziale sembra spesso crescere con le dimensioni del gruppo.


Questi fenomeni sono rilevabili, talora in modo molto forte, nei gruppi religiosi di ispirazione cristiana, in cui la propria via prende il sopravvento su Colui che ha detto "Io sono la via, la verità e la vita".


Anche la Chiesa in quanto si presenta e si propone in modo vistoso, e come è percepita da chi la considera dall'esterno e da non pochi dei suoi membri, appare fortemente autoreferenziale. Nella comunicazione con altre confessioni, con altre religioni e con il mondo sembra spesso porsi in un rapporto di forza con altre forze, di potere con altri poteri.



b) Le cause.


Fra le innumerevoli cause che determinano ai nostri giorni la carenza di comunicazione, mettiamo in risalto le seguenti.

In primo luogo i limiti della condizione umana che mentre è fatta per realizzarsi nella comunicazione con i suoi simili sperimenta continui ostacoli interni ed esterni a tale apertura.

Indichiamo poi l'economicismo, predominio dell'economia su tutte le altre opere della vita umana, e più specificamente l'introduzione di logiche di mercato nella vita sociale, politica e culturale, che impedisce la crescita della coscienza politica, intesa come coscienza popolare operante in una vera democrazia e riduce la politica a gioco di potere.

Sul piano religioso, in particolare per quanto riguarda la Chiesa cattolica, c'è la riduzione del Vangelo ad etica, lasciando in secondo piano la rivelazione del Mistero.

Più in generale, c'è la tendenza alla ideologicizzazione di tutto con conseguente spinta ad ogni genere di contrapposizioni e di schieramento.



c) I nuovi mezzi di comunicazione.


I mezzi possono essere usati per trasmettere comunicazioni di diverso segno, ma non sono neutri rispetto alla comunicazione.

Con riferimento a quelli legati a tecnologie relativamente recenti, rileviamo:

La diffusione dei telefoni cellulari aumenta quantitativamente le comunicazioni ma influisce negativamente sulla loro qualità.

La posta elettronica consente comunicazioni anche autentiche e profonde, un tempo impensabili, ma facilita anche la circolazione di una massa di pubblicità e di contenuti tutt'altro che favorevoli alla crescita della persona, in particolare dei giovani.

La rete consente di pubblicare, ricercare e visualizzare testi con grande efficienza e libertà, e non è facilmente controllabile da chi detiene il potere, ma comporta il rischio della diffusione immediata e senza confini di notizie non verificate e potenzialmente pericolose.

La televisione sviluppa una grandissima e diffusissima passività che diminuisce il valore di tante notizie importanti, superando gli ostacoli del tempo e dello spazio. I contenuti poi non di rado sono "spazzatura". E rileviamo la strumentalizzazione fortissima da parte dei poteri pubblici ed economici.

Va anche ricordato che la possibilità di un effettivo uso di tali mezzi è legata a presupposti tecnici (presenza di infrastrutture, possesso di apparecchiature, manutenzione) ed economici (acquisto, canoni, aggiornamenti), oltre che culturali, che sono largamente presenti nei paesi del nord ma non in quelli del sud del mondo. Nonostante la loro immensa potenzialità e la loro idoneità a essere strumento di sviluppo, tali mezzi sono oggi ancora, di fatto, nella maggior parte dei casi, un ulteriore fattore di discriminazione fra ricchi e poveri.


  1. La vera comunicazione.


Una realtà da riscoprire sotto un cumulo di comunicazioni inautentiche, superficiali e strumentali.

All'interno del servizio che intendiamo proporre non pensiamo di poterci giovare dell'apporto delle scienze della comunicazione. Ci può aiutare piuttosto la "cattedra dei piccoli e dei poveri" e quelle esperienze che facciamo quando le vicende della vita ci portano a essere tali.

Riteniamo comunque che la vera comunicazione sia quella in cui si realizza il dono di ciò che si è e di ciò che si ha.

Si può comunicare ciò che realmente si è quando se ne ha una qualche coscienza, non necessariamente elaborata nei discorsi. Facilmente ci crediamo, ci diciamo e manifestiamo agli altri come persone, o personaggi, ben distanti dalla realtà. Talvolta sono gli altri che ci definiscono in modo consono ai loro gusti e ai loro interessi.

La comunicazione si attua nella trasmissione, e nel dono, di ciò che si ha: cose, idee, valori.

Le cose: dovremmo considerare ciò che possediamo e di cui siamo proprietari confrontando il nostro tenore di vita con quello di gran parte dell'umanità. Ci sono squilibri che negano un'autentica comunicazione.

Le idee: spesso poche a cui siamo tenacemente attaccati e non disponibili a metterle in discussione.

I valori: spesso proclamati ma poco vissuti.

"E' meglio essere cristiani senza dirlo che proclamarlo senza esserlo" (S. Ignazio di Antiochia, Lettera agli efesini).