Incontri di discernimento e solidarietà

Verso una politica della carità.

Sintesi dell’incontro del 27/28 dicembre 2002 a Roma, via degli Ortaggi, 42.



P. Pio. Richiamo alla centralità del mistero Pasquale, che non sostituisce nulla. È tuttavia importante sviluppare fino in fondo il rapporto tra politica e potere, a prescindere dal Mistero, per poterlo cogliere in modo più pieno alla sua luce.


Franco. Esperienze di volontariato come luoghi di costruzione della città. La estrema pervasività del mercato rischia di svuotarle dal di dentro. Come testimoniare nell’amore un nuovo modo di partecipare alla polis mettendo in gioco la propria vita?


P. Pio. Avviare una “conversatio”. Individuare intenzioni, scelte di fondo che ci sembrano corrispondenti al Vangelo, viverle e comunicarle, come testimonianza di vera gratuità, per la crescita della coscienza politica popolare.

Speranza che la Chiesa si sciolga come lievito nel mondo. Impoverimento. Kénosis. È la via del Figlio. È il Mistero Pasquale.


Riepilogo della prima giornata:

  1. la carta: ci si rivolge agli amici con cui già si condivide una ricerca; ma anche a tutte le persone che sono alla ricerca di un “senso”. Si propone un impegno di gratuità; donarsi agli altri come impegno politico.

  2. I luoghi di costruzione della polis. Il mondo del lavoro sociale rappresenta uno di questi spazi alternativi (rispetto alla logica mercantile dominante). I rischi legati alla crescita organizzativa di queste strutture di servizio.

  3. Distinzione tra: a) ricerca delle cause che scatenano emarginazione ed esclusione sociale, la quale presuppone un impegno di radicamento là ove la gente soffre, e b) impegno per rimuoverne cause e conseguenze, che richiede la maturazione di una coscienza politica popolare.


Interventi del secondo giorno.


P. Pio. Due intuizioni fondamentali per la carta:

  • la seduzione idolatrica dell’economia

  • il rapporto fra la Chiesa e l’Islam


Due proposte intimamente legate fra loro:

  • la politica della carità, superando il concetto di carità politica. E’ la carità di Cristo che va vissuta e sviluppata come la vera politica che va dalla polis di Caino alla Gerusalemme celeste. La carità politica è stata affermata come carità esercitata nell’esercizio del potere, partendo dall’idea che politica = potere. La carità politica è un’ingannevole sublimazione del potere.

  • Vita consacrata per la politica.

Oggi la vita consacrata è l’espressione più elevata dell’organizzazione della Chiesa, fatta anche di potere. Una vita consacrata per la politica dovrebbe aiutare a vincere le tentazioni del clericalismo.


La carta deve essere rivolta “a tutti” “sulla strada”. Ma dato che ci sono non pochi che vivono in sintonia con quanto si propone è bene cominciare anche da loro per rafforzare spiritualmente il messaggio e i suoi proponenti.


Piero. Processi di economizzazione del sociale e della politica. I poteri politico ed economico si sovrappongono l’uno all’altro. È sempre più necessario ri-orientare l’impegno sociale e politico mettendo al centro i bisogni sociali. L’individuazione dei bisogni presuppone una ricerca comunitaria, che si fondi su esperienze concrete, e non sulle semplici opinioni.


Franco. Il dramma attuale è che il potere non è più solo economico e politico, ma di tipo seduttivo-colonizzante. In passato, le strutture di peccato si opponevano dall’esterno; ora c’è una pervasività nelle coscienze: è la moderna idolatria.

Questo livello di colonizzazione della vita distrugge la possibilità di relazioni di senso, che non siano orientate al mercato. Il combattimento politico diviene immediatamente spirituale. È la notte.

Si impongono scelte radicali. Si tratta di uscire dalla città, non per andare nel deserto, ma per raggiungere i lebbrosi. E, insieme, di avviare un discernimento spirituale sul tempo che viviamo e una comunicazione con quanti hanno un radicamento sociale e politico.


Aldo. Propone di individuare i blocchi che ostruiscono il corretto funzionamento della democrazia e dei meccanismi di rappresentanza dei bisogni e delle istanze sociali. Su questo terreno, c’è bisogno di riflettere ma anche di intervenire, senza cercare risultati personali o di far carriera.


P. Pio. Il tema della comunità è essenziale. La comunità si realizza quando c’è comunicazione piena di esperienze spirituali. Il fondamento di essa è infatti l’amicizia spirituale, la quale di per sé è aperta a tutto e tutti. Come amicizia spirituale, la comunità è necessaria; può invece diventare pericolosa quando si chiude agli altri.


Giorgio. Sul tema volontariato e politica: nell’esperienza del volontariato organizzato si è registrato un deperimento della coscienza politica proprio nell’impatto delle organizzazioni con le istituzioni. I gruppi sono stati inglobati, perdendo progressivamente la capacità di interagire in maniera libera e critica con il momento istituzionale. Lavorare per la costruzione di un volontariato politico potrebbe significare anche richiamare le istituzioni alla vocazione loro propria, che è quella illuminata dagli artt. 2 e 3 della Costituzione.

E ancora: in che senso la povertà può diventare luogo generativo della politica? Nell’esperienza dell’associazione l’apertura alla dimensione politica si registra tutte le volte in cui essa si ritrova coinvolta in storie di accoglienza; quando le persone accolte occupano totalmente lo spazio della vita esteriore ed interiore dei volontari.


Ciccio. Vive un radicamento intenso in ambiti diversi: un partito, un sindacato, una associazione di volontariato. Coglie i limiti e le parzialità di ognuno di questi spazi, e sottolinea l’importanza di intercettare la ricerca di senso, che forse ci accomuna più di quello che possiamo pensare.



Verso una “carta” per la ricerca del Vangelo nella politica

Un primo schema, una scaletta, un alberello spoglio per raccogliere con qualche ordine tante cose che già ci siamo detti, e per proseguire nella riflessione, per una conversione che si compia anche nell’azione.



  1. Quello che ci proponiamo

  1. Obiettivo

  2. Metodo


  1. Articolazione

di punti che abbiamo incontrato


  1. A) OBIETTIVO. Un evento semplice cercato con tanti approcci diversi:

La docilità allo Spirito che ci conforma al Vangelo di Gesù Cristo


  1. B) METODO. Raccogliere nelle esperienze personali e comunitarie, da

noi vissute o di cui abbiamo seria conoscenza, intuizioni e scelte che

ci sembrano conformi al Vangelo. Per realizzare un “depositum

charitatis” che ci inserisca nella tradizione ecclesiale come

spiegata nella Dei Verbum al n. 8.

Cercare un certo ordine per non impigliarsi e per poter comunicare

ad altri, evitando quanto è possibile ogni semplificazione violenta,

il ripiegamento in noi stessi e la chiusura agli altri e allo Spirito.


  1. ARTICOLAZIONE

  1. I piccoli e i poveri

  2. La gratuità; il volontariato

  3. La condivisione ed il coinvolgimento

  4. Il conflitto, l’insuccesso e il successo

  5. La povertà, la precarietà, lo sciogliersi

  6. L’affanno controllato

  7. La comunità, l’ecclesialità

  8. La sintesi politica


  1. La coscienza politica; lo spirito e le strutture

  2. La politica della carità

  3. La democrazia

  4. Le religioni

  5. La Chiesa e l’Islam


II a) I piccoli e i poveri.

La scelta dei piccoli e dei poveri è presente nei discorsi di molti,

specialmente di quanti si professano cristiani.

Non mancano le iniziative a loro servizio sul piano assistenziale e

su quello politico. Ancora scarsa sembra l’attenzione profonda alla

loro condizione, alle loro esperienze, al significato del loro grido.

C’è una cattedra dei piccoli e dei poveri che è poco frequentata

nonostante quel che dice tanto chiaramente il Vangelo in

Mt XI, 25-27 e Lc X, 21-22


II b) La gratuità e il volontariato

La gratuità, al di là del superamento del “do ut des”, apre un

cammino di discernimento e purificazione delle nostre intenzioni,

verso la semplicità del vero amore per le persone a cui ci rivolgiamo,

dimenticando in qualche modo noi stessi.

Il volontariato, espressione di gratuità, subisce oggi, a causa della

sua crescita quantitativa e del dilagare della logica di mercato, una

forte trasformazione che rischia di svuotarne il contenuto profetico

evangelico.


II c) La condivisione e il coinvolgimento.

Le decisioni politiche che riguardano tutti o una notevole parte dei

cittadini vengono per lo più prese da persone che vivono situazioni

diverse e privilegiate. La rappresentanza, che pure ha un certo senso,

non supplisce la condivisione, la comprensione e la motivazione che

questa consente.

La piena condivisione comporta il coinvolgimento, per cui si entra a

Far parte dei problemi degli altri e i loro problemi trasformano gli

equilibri della nostra vita, nel bene e nel male.


II d) Il conflitto, l’insuccesso e il successo.

Il conflitto è una costante dell’esistenza umana per cui la pace va

continuamente conquistata a partire dall’azione di Dio, primo

operatore di pace. L’essere per la pace va capito e vissuto in

profondità e non come semplice rifiuto della guerra.

Il successo deve essere sempre il fine del nostro impegno, cercando

i mezzi adatti all’obiettivo che ci si propone; ma la previsione

dell’insuccesso e la sua accettazione sono una componente

abituale per chi si propone la fedeltà al Vangelo nella sequela del

Signore verso Gerusalemme.


II e) La povertà, la precarietà, lo sciogliersi.

La ricerca dei mezzi ricchi per aiutare chi è nel bisogno è del tutto

ragionevole e in qualche modo doverosa. Ma ogni tipo di ricchezza

e ogni forma di potere hanno una fortissima capacità di seduzione

idolatrica, per cui la saggezza postula la povertà, anche dei mezzi

per aiutare gli altri. I mezzi poveri stimolano la creatività e portano

a soluzioni spesso più radicali e durature. La povertà è il mistero

della salvezza in Gesù Cristo.

La precarietà, come la povertà, è una condizione di limite che

ragionevolmente va superata con la stabilità. Ma è anche la condizione vera dell’uomo mortale che va accettata e abbracciata

nella luce del mistero pasquale. Non va dimenticata l’etimologia che

indica ciò che si ottiene pregando e quindi il rapporto con Dio

costitutivo di ogni creatura.

Sciogliersi come il lievito e il sale di cui parla il Vangelo. La tentazione

di ripiegarsi su se stessi per affermarsi nei confronti degli altri,

attraversa ogni momento dell’esistenza umana, personale e comunitaria, e in particolare rivitalizza la Chiesa


II f) L’affanno controllato.

Vengono sempre proposte tante vie per cercare la tranquillità

superando l’interiore affanno per le pene proprie e altrui.

L’inquietudine tuttavia va considerata e in qualche misura coltivata

come componente essenziale della compassione che fonda l’impegno

politico e la partecipazione alla passione redentiva del Signore.

Occorre in questo un equilibrio che va sempre ricercato come quando

si cammina o si corre.


II g) La comunità, l’ecclesialità.

Innumerevoli sono i modi di realizzare comunità per i fini più diversi,

positivi e negativi. Noi ci proponiamo la comunità cristiana del

Vangelo e degli Atti. In primo luogo poniamo la comunicazione

spirituale, offerta pienamente gratuita delle proprie esperienze ed

accoglienza cordiale e coinvolgente di quelle altrui, vera amicizia

spirituale. Ci sembra questa l’anima della Chiesa.


II h) La sintesi politica.

  1. La coscienza politica. Lo spirito e le strutture.

E’ la sintesi per eccellenza che impegna tutta la persona e tutta la

sua comunità.

Si attua nella coscienza politica. Si pone quindi il rapporto

fondamentale fra lo spirito, che tale è ogni fatto di coscienza, e

l’azione senza la quale non c’è politica e di conseguenza il rapporto

fra lo spirito (lo Spirito) e le strutture.


  1. La politica della carità.

Cercando di superare i discorsi correnti su “la politica come carità”,

espressione che può generare molta confusione inducendo a

giustificare e quasi canonizzare un far politica inteso e praticato

come gioco di potere, proponiamo “la politica della carità”. Cerchiamo

di vivere, per esempio, quel che Paolo dice nella I Lettera ai Corinzi

(c. 13) e nella Lettera ai Romani (c. 12), scoprendone l’altissima

valenza politica, cioè di ricostruzione della polis.


  1. La democrazia.

Una gravissima crisi di partecipazione si manifesta a tutti i livelli, dalla ricerca delle istanze sovranazionali e mondiali, sempre più urgenti e necessarie per la giustizia e la pace, alle più piccole realtà democratiche locali: gli interessi personali e di parte prevalgono e tendono ad azzerare la coscienza partecipativa per il bene comune.


  1. Le religioni.

Innumerevoli sono gli aspetti positivi e quelli negativi delle religioni nel cammino della storia umana.

Oggi accanto all’ecumenismo esteso a tutte le religioni, c’è una forte tendenza all’affermazione della propria individualità in contrapposizione a quella degli altri, con gravi conseguenze sul piano culturale e politico.

Se vale il “corruptio optimi pessima”, per i credenti il peggiore integralismo è quello della Chiesa Cattolica.

Ripartiamo dal Concilio con la Dichiarazione sui rapporti con le altre religioni (Dich. Nostra aetate).


  1. La Chiesa e l’Islam.

Questa relazione, oggi spesso considerata come la contrapposizione principale dei nostri tempi, certamente non è tale, può anzi essere presa come punto di partenza alla ricerca di una speranza per la politica.


Discernimento

Discernimento spirituale della dimensione sociale della nostra vita 2002-03