Incontri di discernimento e solidarietà
Introduzione

Per l’11 ottobre


Per P. Franco



  • Colpiti dal mistero di ogni persona umana

specialmente dei più piccoli e poveri,

cerchiamo la docilità allo Spirito

nell’adorazione silente del Mistero infinito,

rivelato in Gesù Cristo.



  • Cerchiamo di seguire il Signore

nella gratuità e nella povertà

nella salita verso Gerusalemme

per il compimento del Mistero Pasquale.



  • Alla luce della Parola, con discernimento evangelico,

andiamo maturando la coscienza politica

come consapevolezza e responsabilità

della convivenza umana, specialmente ai nostri giorni.



  • Nell’intreccio e nell’accavallarsi delle ingiustizie e della violenza

cerchiamo di riconoscere i segni della presenza dello Spirito,

nella pazienza, nella solidarietà, nella resistenza, nella creatività di tanti.



  • Ci appare sempre più chiara e urgente la necessità di

non conformarci alla mentalità di questo secolo per poter discernere

la volontà di Dio (Rm. 12, 1-2). Si tratta del mondo

del cosiddetto benessere in cui ci troviamo a vivere.



  • Convinti di dover partire dalla conversione del cuore

ci impegniamo anche per il cambiamento delle strutture

e delle istituzioni che, specialmente nelle grandi dimensioni,

impediscono la libertà e la crescita della coscienza politica popolare.



  • Approfondendo la Bibbia cogliamo la forza e la universalità

della seduzione del potere nel mondo e nella Chiesa.









  • Colpiti dal mistero di ogni persona umana,

specialmente dei più piccoli e poveri.



colpiti


  • nella mente: tutto quel che abbiamo appreso, tutto quel che abbiamo elaborato riguardo a noi stessi, al senso della nostra personale esistenza e della nostra vocazione, riguardo a coloro con cui siamo maggiormente in rapporto, alla società in cui viviamo ed alla storia umana, tutto è colpito e in qualche modo messo a tacere.

  • nel cuore: i nostri affetti, da quelli più disordinati ai beni terreni, a quelli più positivi, per singole persone, per tutta l’umanità o parte di questa, tutto è colpito, in qualche modo ferito, come da un affetto superiore che non cancella anzi potenzia, ma impedisce la tranquillità di ogni altro affetto.


dal mistero


Il termine mistero ha una storia straordinariamente grande, complessa e rispettabile come quella dello spirito umano.

Ora ricorriamo ad esso per dire che c’è qualcosa, o forse meglio qualcuno, che cogliamo presente e realissimo, ma che sfugge ad ogni nostra presa. Non possiamo comprendere con la nostra intelligenza, non possiamo in alcun modo afferrare e possedere, e nemmeno intervenire su di esso e modificare; siamo totalmente passivi e al tempo stesso massimamente vivificati dalla presenza del mistero. E’ disperante e al tempo stesso è “la speranza”.


di ogni persona umana


Nel senso che il mistero c’è in ognuno ma anche che da ognuno è in qualche modo percepito, il che va attentamente considerato anche in rapporto alla società in cui viviamo.

Sembra che la società in cui viviamo, quello che un tempo si chiamava il primo mondo, sia attraversato e intessuto da innumerevoli spinte che impediscono l’attenzione al mistero: tutto sembra distrarre Ma nella vita di tante, forse di tutte le persone c’è una ricchezza spesso ignorata, mal compresa.

I perché? Perché questo, perché a me, perché a lui? E’ un coro, spesso a bocca chiusa che si leva da tutta la terra. E’ un grido per lo più represso nei singoli che esplode qualche volta dalle comunità. E’ il grido che trascende l’uomo e dà l’avvio alla storia della salvezza.

“Gli israeliti gemettero per la loro schiavitù, alzarono grida di lamento e il loro grido dalla schiavitù salì a Dio” (Es. 2, 23).

C’è poi la ricerca di senso della propria vita:

- i giovani spesso mortificati sul piano del lavoro.

- le persone mature quando riescono a sottrarsi al vortice di occupazioni non vissute con scelte consapevoli;

- gli anziani che guardano alla vita consumata e sentono l’istanza di una valutazione finale.

Il vero amore che condivide la gioia e la sofferenza della persona amata penetra nell’intimo e scorge la profondità misteriosa.

Quando poi la coscienza politica supera la palude o la sterpaglia delle facili contestazioni dei responsabili e dei sistemi politici che costringono più da vicino, e ci si affaccia sul mondo e sulla storia, il cumulo delle sofferenze e delle responsabilità appare infinito. Tutto, il tutto appare assurdo.

L’esperienza delle assurdità può essere un’introduzione al Mistero. Nel buio si comincia a intravedere la luce vera come le stelle nella notte.

I perché? Il grido, la ricerca di senso, la coscienza dolorosa dell’assurdo trasformano i cuori di pietra in cuori di carne (Ez. 36, 26) ed aprono al Mistero infinito dell’adorazione silente.



specialmente dei più piccoli e poveri


I più piccoli: lo sguardo trasparente di un bambino e quello di ogni età fino alla vecchiaia, e all’ultimo faccia a faccia con la morte.

Quelli che in tutta la vita sono considerati piccoli, emarginati e non hanno nessuna voce in capitolo, dove non giunge nemmeno il loro gemito. Quelli che, vissuti da grandi, per qualche traversia o solo per la vecchiaia, scoprono di essere piccoli e poveri, senza essere preparati a questa nuova condizione e sperimentano così una estrema povertà.

In ogni piccolo e povero si manifesta una realtà che sfugge a ogni nostra comprensione: il mistero. Forse noi percepiamo questo mistero e lo chiamiamo con un termine; loro lo percepiscono meglio di noi anche se non lo chiamano e non ci fanno nessuna riflessione esplicita. Lo vivono in un profondo perché, in un coro muto che noi siamo chiamati ad ascoltare come ciò che viene da una cattedra altissima.

In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare»” (Lc. 10, 21-22).

Pensatori rispettati e rispettabili, in tante discipline psicologiche, sociologiche, politologiche, pastorali, ecc. cercano di capire la società in cui ciò che è più negativo ma anche nel positivo: quali ancora le risorse umane su cui si può contare che non siano già invase dalle risorse che oggi più contano. Così nascono anche nuove discipline e si scrivono testi di grande spessore e complicazione.

Accade però che molto spesso sfugga la risorsa più grande che è il mistero e il senso del mistero che ogni persona ha, specialmente i più piccoli e i più poveri.

cerchiamo la docilità allo Spirito


Mi hanno detto che il termine “docilità” non piace.

Ce ne sono tanti migliori per qualificare l’interiorità umana e cristiana: intraprendere, inventare, liberarsi, affermare la propria identità, essere autonomi e pionieri… propugnare.

Docilità sa di passività, di gregarismo, di appiattimento, di resa. Ma noi cerchiamo la docilità allo Spirito che è in noi ed opera in noi. Non è un altro ed è il mio io più profondo.

Per questo non dobbiamo, con l’aiuto o meno degli psicologi, impegnarci in una introspezione forzata. Basta nella semplicità e nella serenità riconoscere il bene che ci si prospetta, quello nostro e quello degli altri, di tutti gli altri. Il riconoscimento del bene è la docilità allo Spirito.

Così cerco di ripetere sempre a me stesso e agli altri: di che cosa c’è più bisogno che io possa fare, o che noi possiamo fare.


nell’adorazione silente del Mistero infinito


Sta’ in silenzio davanti al Signore e spera in lui” (Salmo 36/37)



rivelato in Gesù Cristo


Anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che

gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d'animo” (Ebr. 12, 1-3)



Cerchiamo di seguire il Signore

nella gratuità e nella povertà

nella salita verso Gerusalemme

per il compimento del Mistero Pasquale.



Cerchiamo


Paolo ai Filippesi: “Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo” (Fil. 3, 12).

Lontanissimi dalla maturità della fede di Paolo “cerchiamo”.


di seguire


Non ci avventuriamo in terre inesplorate per aprire vie nuove, non sogniamo di essere i primi, protagonisti assoluti, ma fidando nello Spirito che viene in aiuto alla nostra debolezza (Rm. 8, 26) cerchiamo la sequela di Gesù Cristo.


nella gratuità


Nel dono a fondo perduto,

nel vero amore

che non pensa a nessun ritorno materiale né di altro tipo.

Il dono che non si lascia condizionare e imbrigliare da piani, da progetti, da programmi, da strategie e tattiche; non è ordinato ad altro fine, partecipa dell’assoluto, Dio, anche quando Egli non è riconosciuto esplicitamente.


nella povertà


che è sposa della gratuità. L’intimo collegamento fra gratuità e povertà è manifesto a chi apra gli occhi sul mondo con i suoi sei miliardi e mezzo di abitanti: gli squilibri, le ingiustizie e le violenze nascono dalla avidità delle ricchezze, dalla mancanza di gratuità e povertà. La povertà è radicata in una situazione materiale ma va ben al di là di questa. Nel Mistero della salvezza si rivela la povertà di Gesù Cristo e dello stesso Mistero Infinito nella vita trinitaria.




nella salita verso Gerusalemme

Nel Vangelo di Luca la seconda parte è il racconto della salita di Gesù dalla Galilea a Gerusalemme. Una distanza assai breve lungo la quale c’è una ricchezza di parole e di opere in cui Gesù rivela il Mistero Infinito di Dio.

Anche le nostre vite personali e quella della Chiesa sono brevi tratti nell’evoluzione dell’uomo e del cosmo, ma densissimi di situazioni esteriori ed interiori in cui si attua il cammino verso Gerusalemme.


per il compimento del Mistero Pasquale


La passione, la morte e la risurrezione del Signore sono il compimento di tutta la storia umana che è storia di salvezza, il compimento del primo e del nuovo Testamento.

Realizzazione piena dell’uomo nell’amore fino al dono totale di se stesso, Gesù amò sino alla fine (cfr. Giov. 13, 1).

Così il compimento della nostra vita non è la fine dei nostri giorni. L’accettazione della morte in comunione con la morte di Gesù è l’ingresso nella pienezza della vita, la Pasqua che dà senso a tutte le ore della nostra esistenza terrena.

Questo celebriamo comunitariamente nella Eucaristia.




Alla luce della Parola, con discernimento evangelico,

andiamo maturando la coscienza politica

come consapevolezza e responsabilità

della convivenza umana, specialmente ai nostri giorni.



Alla luce della Parola


In principio era la Parola” (Giov. 1, 1).

Anche nel nostro sforzo di conoscere la realtà che siamo e in cui viviamo, cerchiamo di partire dalla Parola di Dio, come ci ha insegnato Mario Castelli.

Purtroppo è molto diffuso il ricorso alla Parola solo dopo che alla luce della nostra intelligenza pensiamo di aver capito quel che succede; la Parola diventa così un’integrazione delle nostre parole


con discernimento evangelico


Normalmente il nostro discernimento, anche quando è serio e sincero, è solamente etico, con riferimento a valori che definiamo evangelici, senza partire dal Signore e dai misteri della sua vita, passione e risurrezione.


andiamo maturando


Occorre del tempo e la convergenza di innumerevoli esperienze e discernimenti.

Per ognuno di noi è un impegnativo processo di conversione che nella nostra vita terrena non sarà mai terminato.




la coscienza politica


Locuzione stranamente poco usata sia dai conservatori che dai progressisti, anche se esprime la convergenza di esperienze personali e di correnti di pensiero.

Lo scarso ricorso a questa locuzione può essere un segnale di quanto sia necessario risvegliare le coscienze il cui elettroencefalogramma appare, nei confronti della politica, “piatto”.


consapevolezza e maturità


Conoscenza della realtà, dei dati, delle dinamiche, degli spiriti e delle strutture. Conoscenza che in senso biblico è coinvolgimento e partecipazione.

La responsabilità è realizzazione della libertà.

I mass-media, sostituendo spesso il contatto con la realtà, non facilitano la responsabilità.


la convivenza umana


Anche questa locuzione non è molto usata. Eppure con la sua ampia comprensività sarebbe necessaria in tempi chiamati di globalizzazione.


specialmente ai nostri giorni


La mutazione accelerata e lo stato di confusione assai diffuso, rendono particolarmente urgente una continua lettura di fede della realtà e un approfondimento delle forze spirituali nascoste e di ciò che maggiormente le ostacola. Mario Castelli poneva in due colonne parallele le dinamiche del dono e quelle dell’avidità.



Nell’intreccio e nell’accavallarsi delle ingiustizie e della violenza

cerchiamo di riconoscere i segni della presenza dello Spirito,

nella pazienza, nella solidarietà, nella resistenza, nella creatività di tanti.



L’intreccio e l’accavallarsi delle ingiustizie e delle violenze


Una realtà che in parte rimane nascosta in parte viene riproposta dai media non senza distorsioni e strumentalizzazioni.


cerchiamo di riconoscere


Una ricerca non facile, che richiede l’uscire da se stessi liberandosi dell’autoreferenzialità, e non facilitata dal fatto che il bene spesso non fa notizia.


i segni della presenza dello Spirito


I segni dei tempi di cui parla il Vangelo non sono quelli percepiti dalla sociologia e da altre scienze umane.

Si tratta dei segni della presenza dello Spirito che possono essere colti nella fede, anche quando questa non è esplicitamente professata.

Sono i segni del Regno di Dio che avanza dovunque nel mondo. Il riconoscerli è essenziale alla fede stessa a conforto e perché essa non ci allontani dal mondo in cui siamo chiamati ad essere testimoni secondo la vera laicità, profezia del popolo di Dio sul mondo.


nella pazienza, nella solidarietà


A partire dalle nostre personali esperienze, piccole o grandi, di pazienza, ci apriamo alle sofferenze e alla pazienza di tutta l’umanità: ci appare un oceano sconfinato di cui siamo solo una goccia, una realtà tremenda e disperante. La passione e la morte di Gesù Cristo, figlio dell’uomo e figlio di Dio, illumina tutto, l’abisso si rivela una miniera, la morte l’ingresso nella pienezza della vita. Gesù Cristo è risorto, è veramente risorto!

J. B. Metz, considerato il fondatore della teologia politica, scrive che per affrontare la globalizzazione occorre cercare l’ecumene della compassione.

Nella pazienza condivisa nasce la vera solidarietà, forma matura dell’amore. E dove c’è l’amore c’è Dio.


nella resistenza, nella creatività di tanti


C’è chi si lascia andare relativamente beato e incosciente, c’è chi scoraggiato ha smesso di andare controcorrente, c’è chi con una accortezza naviga in mezzo agli scogli preoccupato solo della propria salvezza.

Tanti resistono per un moto interiore che si nutre di tante motivazioni diverse, che hanno in comune l’attenzione al bene di altri, di tutti. E’ la presenza dello Spirito che “riempie l’universo e tutto unisce perché conosce ogni linguaggio” (antifona di Pentecoste).

Chi resiste si domanda continuamente di che cosa c’è più bisogno e per questo c’è in lui una creatività continua.



Ci appare sempre più chiara e urgente la necessità di

non conformarci alla mentalità di questo secolo per poter discernere

la volontà di Dio (Rm. 12, 1-2). Si tratta del mondo

del cosiddetto benessere in cui ci troviamo a vivere.


Ci appare sempre più chiara


L’esperienza quotidiana di ognuno, la ricerca che facciamo insieme nella comunicazione amicale e fraterna, il silenzio adorante sperando in Dio, rendono lo sguardo interiore più penetrante nel discernere con una luminosità crescente quel che succede nel mondo.


e urgente


non tanto per la percezione dei guai imminenti, quanto per la speranza che, sia pure nella catastrofe, si accresca la fede nel Vangelo, nella Chiesa e in tutto il mondo.


la necessità


Non si tratta di un arricchimento o di un abbellimento ma di un elemento di fondo e strutturale della vita dei cristiani e della Chiesa.




non conformarci alla mentalità di questo secolo


Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”. (Rm. 12, 1-2).

Stare quindi nel mondo amato dal Signore.


non conformarsi alla mentalità


Non si tratta in primo luogo dei discorsi correnti influenzati da quelli che più contano e dai media.

La mentalità è il sentire e valutare interiore che può anche non essere formulato nelle parole ma non è per questo meno reale e determinante in modo positivo o negativo nei comportamenti.

C’è un conformarsi che è passività, appiattimento, andare con la corrente. C’è un conformarsi che è amore e riconoscimento di tutto ciò che è positivo e questo è richiesto dal rinnovamento della mente e del cuore.


per poter discernere la volontà di Dio


Spesso siamo chiamati ad accettare la sua volontà che ci è manifestata in vari modi. Anche l’accettazione può avere qualità diverse come la rassegnazione che va dal semplice riconoscimento che non c’è niente da fare alla comunione profonda col Mistero Infinito.


Si tratta del mondo del cosiddetto benessere in cui ci troviamo a vivere.


Il benessere non di rado è ridotto al bene avere, al successo, alle ricchezze, all’opulenza.

L’uomo nel benessere non comprende, è come gli animali che periscono.




Convinti di dover partire dalla conversione del cuore

ci impegniamo anche per il cambiamento delle strutture

e delle istituzioni che, specialmente nelle grandi dimensioni,

impediscono la libertà e la crescita della coscienza politica popolare.



Convinti


Il rapporto fra lo spirito e le strutture è un tema su cui abbiamo molto riflettuto e per il quale ci siamo affaticati.


partire dalla conversione del cuore


Innumerevoli volte abbiamo sentito dire e noi stessi diciamo a proposito di tanti campi della vita sociale: tutto dipende dalle strutture, per lo più dai finanziamenti insufficienti e poi, magari nello stesso discorso: tutto dipende dagli uomini e dal loro impegno, dalla loro coscienza.


ci impegniamo anche per il cambiamento delle strutture e delle istituzioni


Contemporaneamente, come condizioni necessarie, pur convinti che la causa della crescita è lo Spirito. Così ci si è manifestato che la “conversione” è il primo impegno per la convivenza umana, il nome più vero della politica. E il vero progresso richiede lo scontro, valido anche quando si sperimenta la sconfitta.

La pietra d’angolo scartata dai costruttori è diventata pietra angolare. Tema ricorrente nel primo e nel nuovo Testamento.


le grandi dimensioni


Nella società attuale che appare dominata dal mercato e dalla tecnica le grandi dimensioni sembrano sempre più inevitabili, nel campo materiale come in quello spirituale. Ma questa crescita comporta anche l’ingrandimento del potere di alcuni. Così cresce la corsa per acquistare il potere, accrescerlo e conservarlo. E’ un meccanismo che sembra ineluttabile. Ed ecco la difficoltà della conversione di chi domina ma anche di chi è dominato.


impedendo la libertà


Senza che molti se ne rendano conto: ed è la cosa più grave.


e la crescita della coscienza politica popolare


che è la speranza di una migliore convivenza umana, la proiezione del Mistero Infinito e del Mistero Pasquale.



Approfondendo la Bibbia cogliamo la forza e la universalità

della seduzione del potere nel mondo e nella Chiesa.



Discernimento

Mistero, Politica, Fraternità (2) 2008-09