Incontri di discernimento e solidarietà


Carissimo Pio,


ho letto, assieme a Maria, la tua riflessione.

Innanzitutto ti comunico la considerazione fatta da Maria: “Il gruppo degli scartati c’è già e nasce dal vostro incontrarvi nell’amicizia e nella riflessione, che condividete con tante persone che trovate sulla vostra strada”.

Sono d’accordo con Maria.

Da parte mia, aggiungo che verifico nitidamente, in questa fase della mia vita, che c’è una nostra evidente corresponsabilità nella tendenza diffusa a conformarsi alla mentalità di questo secolo, come già tu precisi.

Hai fatto degli esempi in tal senso e mi ritrovo manchevole su diversi punti. Il silenzio interiore è ciò che più mi manca. Insieme alle tue parole, mi hanno molto colpito anche le riflessioni di Enzo Bianchi su “La Repubblica” di domenica 14 gennaio.

Malgrado le mie manchevolezze, mi sento incoraggiato a camminare sulla strada che tu ci indichi. Ogni giorno che passa ho sempre più chiaro che occorre vivere nella consapevolezza della comune consacrazione battesimale, evitando di distrarsi con appartenenze che segmentano, separano e creano l’illusione di essere migliori degli altri.

Questa consapevolezza l’ho cominciata a maturare negli anni in cui, a Roma, facevamo il ciclostilato “La tenda” e nel cammino successivo di riflessione che andiamo sviluppando per restituire centralità e significanza alla dimensione locale della Chiesa. Ho arricchito tale consapevolezza nel tempo, attraverso gli incontri con te e con altri “scartati” convocati da te.

Tutto ciò mi ha irrobustito e sostenuto nel rifiutare in modo argomentato l’invito, ricevuto di recente, ad entrare a far parte di una nascente associazione laicale, nell’ambito della Congregazione religiosa con cui collaboro per l’affidamento familiare; mi ha sostenuto anche nella scelta di stare ai livelli di base della responsabilità pastorale della mia parrocchia e di rimanervi saldamente, retrocedendo da compiti che ho vissuto come sovradimensionati ed a rischio. Questo cammino di “scartati” mi sta aiutando a non confondere responsabilità politica e adesione a partiti, vecchi o nuovi che siano, pur sentendo di non dover squalificare tout court forme della partecipazione politica tradizionali e nella consapevolezza di dover contribuire, comunque, alla promozione di una cultura della partecipazione di segno nuovo, nel basso.

Sono convinto che occorre a tutti noi un più deciso impegno a “rinnovare la nostra mente per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”, come ci ricordi, citando la Lettera ai Romani.

Il primo passo da fare perchè prendano corpo voci, gesti, modi di vivere profetici consiste proprio in un più radicale cammino nel silenzio, nell’ascolto, nel radicamento sociale, nella sobrietà.

In questa prospettiva, solo la consapevolezza della nostra precarietà, del nostro limite spianerà la strada al discernimento e alla profezia.

Quello che è altrettanto urgente è l’impegno a facilitare la circolazione delle esperienze spirituali. Ho qui cercato di dare un qualche contributo, partecipando a te le mie scelte di questo periodo che, pur segnando delle prese di distanza, mi hanno aiutato a relazionarmi più fraternamente e nella verità con le persone destinatarie di alcuni miei rifiuti.

Lo Spirito Santo, che incessantemente ci illumina e ci dà forza, sosterrà questo nostro cammino di scartati o aspiranti tali.

Un abbraccio da me e da Maria.


Martina Franca, 19 gennaio 2007

Gianfranco Solinas


Discernimento

Incontro del 24-25 febbraio 2007 2006-07